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Formare pastori e anziani ucraini in Italia

 

Se leggiamo le Scritture scopriamo che sono pochi i temi che stanno tanto a cuore al Signore come la leadership della chiesa. Dio chiama i pastori e gli insegnanti a rispettare standard morali più elevati perché il loro carattere e la loro dottrina determinano significativamente la vita della comunità.

Nelle epistole pastorali Paolo spiega quale sia il metodo da seguire fedelmente per l’identificazione, la crescita e la moltiplicazione delle guide di chiesa. Al centro di tutto ciò sta la chiamata solenne che Paolo rivolge al suo discepolo fedele: “Sforzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità” (2 Timoteo 2:15). Non è un caso che questo sia il motto e l’obiettivo dell’Accademia Teologica Italiana. Sono così grato dell’incredibile privilegio che ho di contribuire alla formazione biblica di questi uomini che desiderano essere fedeli alla chiamata di Dio nelle loro vite mediante i corsi offerti dall’ATI.

Quest’anno ho tenuto un corso di ermeneutica rivolto a uomini di nazionalità ucraina che attualmente vivono, lavorano e servono Cristo a Milano, a Genova, a Perugia e a Napoli. Per volontà di Dio esiste un consistente flusso migratorio dall’Ucraina all’Italia. In Ucraina è presente una delle più grandi comunità evangeliche in Europa, quindi in Italia ci sono molte chiese slave crescenti e relativamente numerose.

Tuttavia, proprio come in Ucraina, c’è un grande bisogno di formazione biblica, discepolato e lavoro per lo sviluppo e la crescita della leadership, così è il caso delle comunità di espatriati. Le chiese slave in Ucraina, così come all’estero, non sono normalmente dedite all’esposizione biblica, non sentono la necessità di avere una pluralità di anziani, presentano una conoscenza teologica piuttosto scarsa, sono orientate alla tradizione, non hanno pressoché alcun ministero di discepolato. Sebbene le chiese siano generalmente zelanti nell’evangelizzazione individuale e di chiesa, spesso i neoconvertiti rimangono spiritualmente immaturi e denutriti, dato che non si espone tutto il consiglio di Dio.

Ecco perché la formazione biblica è così necessaria e importante. Un pastore ucraino che guida una chiesa battista slava a Perugia ha contattato l’ATI, che aveva appena avviato un programma di formazione in una chiesa locale della città. Stava cercando di spingere la sua chiesa verso una maggiore attenzione per l’esposizione biblica e il discepolato, grazie all’influenza di John MacArthur e Alexei Kolomiytsev. Aveva sperimentato la potenza trasformante della Parola di Dio nella sua vita e nel suo ministero e non desiderava altro che imparare e ricevere gli strumenti necessari per studiare e insegnare le Scritture, seguendo l’intento originale del suo Autore e portando gloria a Cristo.

Sebbene assieme ad altri tre fratelli della sua chiesa avesse frequentato il primo corso in italiano, ha espresso il desiderio di continuare la sua formazione nella sua madrelingua, dato che la lettura, lo studio e l’utilizzo di risorse in ucraino gli consentono una maggiore efficacia dato che, come molti ucraini, il suo ministero è rivolto sia a italiani che a connazionali. Grigoriy ha anche detto ai responsabili dell’ATI che ci sono altri uomini in Italia, coinvolti in ministeri, che desiderano acquisire le capacità necessarie per insegnare e predicare la Parola di Dio fedelmente. Dopo aver pregato e riflettuto attentamente, abbiamo deciso di offrire ai fratelli ucraini l’opportunità di studiare le Scritture nella loro madrelingua.

In collaborazione con il ministero di formazione offerto dalla TMAI in Ucraina sotto la guida di Greg White, che con la sua famiglia serve il Signore con fedeltà e sacrificio a Kiev dal 1992, l’ATI ha potuto far venire a Perugia a giugno un professore ucraino (che sarei io!) per tenere il primo seminario di formazione. L’argomento era l’ermeneutica generale, principi per l’interpretazione delle Scritture. Ero felice di insegnare questa materia non solo perché insegno interpretazione ed esposizione biblica nella nostra scuola in Ucraina e ho scritto molto sul tema, ma anche perché si tratta di una questione cruciale nel proprio cammino con il Signore.

Con l’approvazione dell’ATI e grazie alla grande ospitalità della chiesa italiana in cui si tengono i corsi per gli italiani, abbiamo deciso di seguire un programma che era stato sviluppato per alcuni studenti russi in un centro TMAI in Russia, ma simile a quello italiano. Mentre Massimo Mollica insegnava agli italiani, il nostro gruppo di sei fratelli ucraini si incontrava in una sala adiacente. Trascorrevamo insieme le pause e mangiavamo insieme, condividendo ciò che stavamo imparando e gustando la comunione fraterna; è stata una grande opportunità per conoscersi meglio tra italiani e ucraini e sviluppare buoni rapporti.

È stata una sfida non solo per la quantità di materiale da coprire (più di 100 pagine, dato che dovevamo cercare di metterci al paro con i fratelli italiani che avevano già un intero weekend di formazione alle spalle) e per l’intensità del programma, che prevedeva una sessione di quasi 12 ore di sabato, oltre che una sessione serale del venerdì e una pomeridiana della domenica, ma anche a causa dei diversi livelli di formazione pregressa dimostrati dai partecipanti.

Alcuni uomini non avevano mai ricevuto una vera e propria formazione sul tema, mentre altri conoscevamo meglio la materia. Tuttavia, tutti hanno detto di aver tratto grandi benefici dal corso; sono stati incoraggiati a essere studenti diligenti della Parola e ad applicarla fedelmente alle loro vite e ai loro ministeri. Abbiamo posto l’enfasi sui presupposti fondamentali dell’interpretazione biblica, ossia sull’importanza cruciale e definitiva dell’intento autoriale e sul principio del significato unico. Abbiamo anche sottolineato la rilevanza del contesto nello studio delle Scritture. Sono stati dati molti esempi sull’uso e l’abuso della grammatica, della cultura e della storia e gli studenti erano gioiosamente coinvolti e partecipativi nello scambio con l’insegnante, riconoscendo ripetutamente i loro errori passati e i numerosi casi di isegesi in cui erano caduti.

Hanno preso di comune accordo l’impegno ad essere uomini di Dio e uomini della Parola, come pure a dedicarsi con costanza alla scoperta di ciò che Dio ha da dire in un determinato passo, piuttosto che a fare affidamento sulle proprie intuizioni o sulla tradizione. Siamo tutti grati al Signore e alla chiesa italiana che ci ha ospitati per questa meravigliosa opportunità e speriamo che serva all’edificazione della chiesa di Cristo e all’equipaggiamento dei santi per il ministero.

Per grazia di Dio,

Mykola Leliovskyi

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